La Città Metropolitana e le Unioni dei Comuni sono le ultime novità politiche del territorio – Donato D’Auria

Fassino

Il sindaco di Torino – Piero Fassino

Torino – Martedì 15 luglio 2014 presso l’Auditorium della sede della Provincia di Torino, in corso Inghilterra 7, si è svolta la prima assemblea della città metropolitana, definita “Citta di città”, un’associazione di Comuni, che nascerà se la costruiamo tutti insieme con pari dignità dal Sindaco Piero Fassino, che guiderà i 315 Comuni e la nuova Città metropolitana, chiamata a sostituire dal prossimo anno la Provincia.
Il Sindaco ha spiegato i punti fermi previsti dalla legge e guiderà la città metropolitana fino alla fine del suo mandato, nel 2016. Il territorio verrà diviso in undici aree cosiddette “omogenee”: Valsusa, Beinasco-Orbassano, Chierese, Chivasso, Ciriè-Lanzo, Collegno, Cuorgnè-Rivarolo, Ivrea-Strambino, Pinerolese, Settimo e Torino. Per ora queste zone serviranno come collegi elettorali per indicare i diciotto consiglieri che verranno eletti il 29 settembre dai sindaci e consiglieri comunali e con un sistema ponderato dove, ad esempio, il voto del sindaco di Torino vale 800 e quello di Moncenisio 4.6. Per far sì che Torino non domini e non assorba tutto, bisogna che non abbia più di 6 consiglieri, sopperire con le unioni di Comuni fino ad averne 70 o 80: così il rapporto sarebbe più equilibrato. Le aree più popolose ne avranno due, le altre, come il chierese, potranno contare su un rappresentante. Il Sindaco ha spiegato il percorso costituente; poi la sfida sarà riempire di contenuti e norme specifiche e l’adozione dello Statuto entro fine anno. Le Città Metropolitane nascono per riorganizzare le grandi conurbazioni ed i territori che insistono su quelle aree. Nel 2070 il 75% della popolazione mondiale vivrà in città con oltre 300mila abitanti; città che tendono ad estendersi territorialmente e demograficamente. I servizi, come i trasporti, la gestione dell’acqua e dei rifiuti, devono essere pensati per un’area metropolitana.
Questo processo è stato avviato in tutti i Paesi europei e, per l’Italia, l’OCSE ha individuato 4 città metropolitane prioritarie: Roma, Milano, Napoli e Torino. Le Città metropolitane sono un adeguamento istituzionale che deve affrontare i nodi della dimensione e della complessità territoriale, la condivisione della governante che riconosca la struttura di ciascun territorio e gestire la fase di transizione. Ed attribuire deleghe ai Consiglieri che prevede un forma di rappresentanza più estesa possibile. Bisognerà, inoltre, pensare la Città Metropolitana nella sua dimensione sociale e culturale, creando opportunità di relazione tra amministrazioni, cittadini e associazioni. Il prossimo step sarà a settembre, con le elezioni per eleggere i rappresentanti, con il regolamento elettorale ed una bozza dello Statuto, mentre nel 2015 dovrà essere definito il Piano Triennale. Frattanto verificare che le attuali dimensioni dei Comuni siano adeguate a gestire i servizi e a garantire il trasferimento di risorse e competenze dallo Stato e delle Regione. Frattanto, rafforzare e incentivare delle Unioni di Comuni, per riequilibrare il rapporto con Torino, grazie ad una normativa nazionale che offra incentivi per le Unioni e le fusioni. I numeri sono imponenti: 2,2 milioni di abitanti, oltre 3.000 km di stade, 160 edifici scolastici che ospitano 90mila studenti. Per i Bilanci, ne parleremo in una prossima occasione. Donato D’Auria

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