Continua l’avanzata dell’ISIS in Iraq – Luigi M. D’Auria

“Gli Jihadisti sono ormai a pochi chilometri della capitale Baghdad, mentre i curdi sono padroni dell’Est del Paese”

Continua l’avanzata dell’ISIS in Iraq

Continua l’avanzata dell’ISIS in Iraq

Torino – Fino a una ventina di giorni fa sembrava davvero impossibile che un gruppo di estremisti sunniti potesse mettere sotto scacco una Nazione totalmente armata dagli Stati Uniti, quindi, ritenuta in grado di difendersi almeno da attacchi frontali da parte di gruppi come l’ISIS (il cui significato in arabo è “Stato dell’Iraq e del Levante”). Bisogna, tuttavia, ammettere che l’ISIS si sta rilevando un vero e proprio esercito, preparato ad uccidere, ma anche ad amministrare i territori conquistati. Infatti, gli Jihadisti dell’ISIS amministrano importanti raffinerie, pozzi di petrolio ed industrie, senza contare che hanno letteralmente svuotato le sedi della Banca Nazionale di Mosul e Falluja, dove si trovano 300 milioni di dollari provenienti dagli Stati Uniti, che l’ISIS usa per autofinanziarsi.
Di sicuro l’esercito regolare è in grande difficoltà, visto che i gruppi Jihadisti sono ormai a meno di cento chilometri da Baghdad, la capitale del Paese. Il Presidente Al-Maliki, oltre ad accusare l’Arabia Saudita di armare i ribelli, non ha fatto molto per far cambiare il corso degli eventi. Il Presidente non può far altro che sperare in un possibile intervento congiunto di Iran e Stati Uniti, anche se per ora l’alleanza sembra reggere più che altro sul non-interventismo reciproco. Infatti, Rohani e Obama sono molto più interessati a trattare sul piano dell’energia nucleare, almeno fino a quando l’ISIS non entrerà a Baghdad, cosa al quanto probabile. Nel frattempo gli Jihadisti continuano le esecuzioni sommarie di soldati, cristiani sciiti e cristiani, che sono obbligati a pagare per non essere crocifissi (altra fonte di guadagno per la “ISIS S.P.A.”) e hanno definitivamente occupato le città di Falluja e Mosul, rispettivamente la seconda e la terza città del Paese, abitate da milioni di abitanti, e Balji, dove si trova la più importante città del Paese.
Anche nell’est del Paese le notizie non mancano. I guerriglieri curdi “Peshmera” sono padroni di tutta la regione del Kurdistan iracheno e hanno occupato Kirkuk, considerata da loro una città santa, ma non inclusa nella regione del Kurdistan Iracheno. Ormai il Governatorato è stato di fatto abbandonato dalle forze irachene e anche dagli amministratori di Baghdad, sottolineando come il Kurdistan sia considerato una regione “sacrificabile” da Al-Maliki e dai suoi uomini. L’ipotesi di uno stato curdo non sembra, dunque, così irreale, considerato inoltre che gli Stati Uniti devono ancora “sdebitarsi” per l’aiuto che avevano ricevuto dai curdi durante la guerra del 2003, in cambio della creazione di un Governatorato Curdo, amministrato solo in parte dal Governo Centrale e difeso da un esercito curdo.
La situazione è purtroppo ancora molto critica e difficilmente potrà essere risolta in poco tempo. L’ISIS miete migliaia di morti e, purtroppo, parlare di pace nel medio-oriente sembra ancora utopistico. Luigi M. D’Auria

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