Sembra davvero non finire mai la crisi internazionale ucraina. Purtroppo, nonostante vi siano stati segnali di disgelo, Russia e Stati Uniti non hanno ancora raggiunto un accordo in grado di risolvere questa questione di primaria importanza per il mondo intero.Nel frattempo l’Unione Europea ha final-mente fatto qualcosa di concreto per aiutare un Paese in difficoltà come l’U-craina. Il governo di transizione guidato dal liberale Triukov e Barroso si sono infatti incontrati per firmare la parte politica dell’accordo di libero scambio tra Europa e Ucraina, anticamera di una futuro ingresso di Kiev nell’UE. Il pat-to potrebbe però risultare inutile se le prossime elezioni presidenziali saranno vinte dal miliardario filo-russo Dobkin, appoggiato dal Presidente deposto Janu-kovich e da Putin. Il discorso sarebbe diverso se le presidenziali vedranno vin-cere i due partiti esponenti della rivolta di piazza dell’Indipendenza, conclu-sasi con la cacciata del presidente fedelissimo di Putin Janukovich. Il fronte dei rivoltosi si è infatti spaccato quando Julia Timoshenko, ex presidente e poi incarcerata per motivi politici da Janukovich, è stata liberata e ha annunciato la sua candidatura. La Timoshenko ha infatti deciso di rifondare il partito “a-rancione” con cui vinse le elezioni del 2004, sostenuta da alcuni leader politi-ci, mentre i giovani ventenni, veri motori della rivolta scoppiata a novembre, sostengono l’ex pugile Vladimir Klitshko alle elezioni comunali di Kiev e il mi-liardario del settore dolciario Potischin, volto nuovo della politica e favorito per le elezioni, che saranno decisive per il futuro dell’Ucraina.
Anche in Crimea purtroppo in questo ultimo mese é successo di tutto. I trecento-mila abitanti della penisola hanno votato in maniera quasi unanime la loro an-nessione alla Russia. I soldati russi che da un mese abbondante presidiavano i punti strategici della penisola hanno occupato anche la basi militari ucraine presenti sul territorio. I soldati delle forze di Kiev sono stati disarmati e chi ha opposto resistenza, come un giovane nella base della Marina di Sebastopo-li, è stato ucciso. Anche le diciassettemila persone che avevano votato contro l’annessione alla Russia, sono state caricate su numerosi pullman militari e portate in grandi città come Odessa. Si teme però che Putin sia intenzionato a occupare militarmente anche le regioni orientali dell’Ucraina, industriali e ge-neralmente più legate alla Russia dell’ovest prettamente contadino. Per ora il Presidente russo è stato fermato soltanto dalla promessa degli Stati Uniti di fornire gas all’Europa in caso di necessità, cioè nel caso in cui la Russia de-cida di non fornirne più a causa delle tensioni internazionali.
Prosegue così il momento di tensione internazionale che ha fatto ritornare la paura di una Terza Guerra Mondiale, allontanata negli anni novanta dalla fine dell’Unione Sovietica. Il mondo si aspetta quindi risposte che, a mio parere, più che dalle telefonate fra ministeri della difesa, saranno date dalle elezioni in Ucraina che, come in Italia, si terranno a maggio.
Luigi M. D’Auria.
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